Abbiamo mai visto una tapparella? Ma certo, direte: che domande! Ormai tutte le case sono dotate di tapparelle o veneziane, Milano, Roma e Napoli così come nei centri più piccoli: le persiane sono diventate o una reliquia del passato o un vezzo installato solo per far mantenere volutamente un’area d’epoca all’edificio. E allora, se domandassimo quale sia la storia di questo oggetto così comune, ne sapreste evidenziare almeno le origini e i passaggi principali? Probabilmente no, forse non ci avete nemmeno mai pensato: e allora scopritela con noi!
Come sempre, alle origini, gli oggetti moderni sono molto diversi, anche se riconoscibili. In questo caso, i primi antenati della moderna tapparella sono degli stracci bagnati, usati dalle popolazioni del deserto, anche nella remota antichità, per proteggere le proprie finestre, sia dal calore che dalla luce eccessiva; gli antichi Egizi, invece, utilizzarono strutture già simili a quelle a noi familiari, fatte di decine e decine di canne legate insieme; qualcosa di molto simile, nonostante la distanza, si trova nell’antica Cina, dove ad essere utilizzati erano i bambù – un materiale che, in realtà, è giunto ad essere in gran voga anche oggigiorno.
È invece Persiana, stranamente, l’origine delle cosiddette “Veneziane”; il nome con cui sono note dipende dal fatto che a riportarle in Europa furono proprio dei mercanti Veneziani. In tale ambito, una delle innovazioni più importanti avvenne negli anni Cinquanta del ventesimo secolo, quando si iniziò a costruire le veneziane legando con strisce di tessuto delle sottili strisce metalliche intorno ai cinque centimetri di larghezza; poiché questo materiale era però estremamente rumoroso, negli anni ’80, con il grande avvento della plastica, si passò ad utilizzare strisce di vinile di circa tre centimetri, che divennero rapidamente lo standard.