Calendario: sappiamo tutti com’è fatto e come funziona, lo impariamo fin da piccoli, e ormai per noi la scansione regolare del tempo in giorni, settimane, mesi e anni, con le stagioni che tornano ciclicamente, è un fatto acquisito e immutabile. Ma nella storia – ci racconta un esperto del settore, Colorbyphoto – i calendari non sono nati tutti allo stesso modo, non hanno usato tutti gli stessi riferimenti, e soprattutto non hanno tutti funzionato bene quanto il nostro, ed è stato necessario sostituirli, o almeno “ripararli”, perché i mesi primaverili non capitassero nel mezzo dell’inverno. Alla base di questo problema, una fondamentale complicazione legata al moto astronomico del nostro pianeta; se consideriamo una completa rotazione della Terra come il “giorno”, l’unità base del calendario misurata da un’alba all’altra, a fare un giro completo intorno al sole e quindi tornare nella stessa posizione il nostro pianeta impiega 365 giorni… e un po’ meno di un quarto.

Questa fondamentale discrepanza fra il giorno e l’anno è stata alla base di ogni problema con i calendari nella storia. Del resto, sono sempre stati i cicli astronomici a dettare le regole per la scansione del tempo: dalle ore, dipendenti dall’apparente movimento del sole, all’anno che come abbiamo visto è il ritorno alla stessa posizione relativa fra Terra e sole, abbiamo sempre affidato a eventi celesti, visti come più regolari di quelli terrestri, la determinazione delle date; e anche i calendari lunari, basati sul ciclo del nostro satellite, hanno problemi simili, dato che questo dura… circa 30 giorni – ma è sempre un “circa”. Per queste ragioni, sebbene il calendario che viene abitualmente utilizzato in tutto il mondo per interagire fra Paesi diversi sia quello Gregoriano, ne esistono circa 40 diversi in uso corrente sul pianeta.

Il calendario Gregoriano, che prende il nome dal Papa Gregorio che lo fece adottare formalmente a tutta la cristianità, fu sviluppato da un fisico napoletano, Alvisio Lilio: è quello che conosciamo, con anni di 365 giorni intervallati ogni 4 da uno di 366, o bisestile, ma con una correzione per la quale su 400 anni ci son solamente 97 anni bisestili. Ma ci sono calendari, come quello Islamico, basati solamente su cicli lunari; o altri ancora, come quello Ebraico, che usano sia un ciclo lunare che uno solare. Ciò che è costante attraverso le culture più diverse è il bisogno e il desiderio di organizzare il tempo; perfino una popolazione di razziatori come quella dei Vichinghi, nel medioevo, sentì la necessità di una forma di calendario per pianificare le proprie attività.