Se un giorno vi dovesse capitare di soggiornare in un hotel in Via Nazionale, ricordatevi di dedicare un po’ di tempo alla visita di uno dei gioielli dell’antichità romana e che si trova proprio a due passi dal vostro hotel: le Terme di Diocleziano, le terme più grandi della Roma Antica. La loro costruzione ebbe inizio per volere dell’imperatore Massimiano nel 298 d.C. e si conclusero con la loro apertura ufficiale nel 306 con l’intestazione di Terme di Diocleziano, fratello di Massimiano. La loro collocazione è delimitata dalle attuali Piazza della Repubblica, Via Volturno, Piazza dei Cinquecento e via XX Settembre, un esteso comprensorio di cui oggi sono conservati cospicui e visibili resti. Le terme di Diocleziano sono il ventunesimo sito statale più visitato in Italia con una media di circa 300.000 visitatori annui che generano un introito di quasi 1 milione di €.
Cenni storici sulle Terme di Diocleziano
Le terme volute da Massimiano in onore di suo fratello Diocleziano furono progettate per servire i quartieri del Quirinale, del’Viminale e dell’Esquilino; per poterle realizzare fu raso al suolo un intero quartiere nonostante vi fossero edifici privati regolarmente acquistati (ne emersero le evidenze in seguito agli scavi per la realizzazione della fermata metropolitana di Piazza della Repubblica).
Il corpo centrale era un imponente edificio in mattoni. Si trattava delle terme più grandi e sontuose di Roma poste sul colle Viminale entro un recinto, ancora parzialmente visibile, di 380 m X 365 e occupavano un’area di 14 ettari (fino al V secolo si potevano contare fino a 2400 vasche). Il corpo centrale misurava 250 X 180 m. il complesso poteva accogliere oltre 3000 persone contemporaneamente. Per capire le dimensioni maestose, basti dire che il colonnato semicircolare dell’attuale Piazza della Repubblica (ex- Piazza Esedra) – realizzato nel XIX sec. da Gaetano Koch – ricalca proprio l’emiciclo dell’esedra delle Terme. Le terme erano alimentate dall’Acqua Marcia partendo da Via Tiburtina lungo un tragitto di arcate utilizzato fino al 1879 che conduceva l’acqua fino ad una cisterna di 90 m e che veniva chiamata la Botte di Termini.
Le terme rimasero in uso fino al 537, nonostante le invasioni e i saccheggi di Goti e Vandali. Le Terme di Diocleziano ricalcano la forma e la struttura delle Terme di Caracalla a loro volta ispirate alle Terme di Traiano. Le Terme di Diocleziano subirono – come gran parte dei monumenti dell’antichità romana – il destino di essere utilizzate come “cava” di materiali edili pregiati da riutilizzare nella costruzione di altri edifici. L’opera di danneggiamento più seria fu eseguita tra il 1586 e il 1589 per mano di Papa Sisto V che per la costruzione della sua villa privata all’Esquilino, demolì circa 100 000 mq di materiali “estratti” dal calidarium. In seguito, le terme furono smembrate per dar posto alla costruzione di Piazza dei Cinquecento e Piazza della Repubblica, nonché strade limitrofe. Agli inizi del XX sec. si attuarono opere di restauro e consolidamento delle rovine. Nonostante i “saccheggi”, le terme continuarono a mantenere una loro imponenza al punto che artisti come Palladio nel ‘400 furono in grado di ridisegnarle interamente.
Riutilizzo delle Terme di Diocleziano nel tempo
La struttura importante delle Terme unita a un calo demografico dopo la caduta dell’Impero, permisero alla popolazione a partire dal XVI sec. di utilizzare gli edifici come alloggi o di ricavarne “piazze” per l’addestramento di cavalli o come pascoli. Nel 1560, il tepidarium fu trasformato nell’attuale Chiesa di Santa Maria Degli Angeli e dei Martiri per volontà di Papa Pio VI che incaricò Michelangelo di realizzare la cappella e di progettare l’attiguo Convento dei Certosini. Nel 1749, la Basilica fu notevolmente modificata da Vanvitelli, mentre il Convento – espropriato dopo l’Unità d’Italia – divenne nel 1889 la prima sede del Museo Nazionale di Antichità Romane.
Negli anni, le terme furono utilizzate anche come “granai” e depositi per l’olio in tempi di carestia. Negli anni 2000, l’impianto è stato definitivamente convertito in museo, salvaguardandone gli elementi più antichi. Per queste e molte altre ragioni, se alloggi al Floris Hotel di Roma a due passi da Via Nazionale e Piazza della Repubblica, non perdere l’occasione di fare un’immersione nel passato imperiale di Roma antica.