La plastica rappresenta uno dei materiali più diffusi all’interno della nostra quotidianità: essa è ottenuta mediante la lavorazione del petrolio o, in altri casi da derivanti di origine animale o vegetale. Un grande vantaggio delle materie plastiche è la facilità attraverso cui si può lavorare. Esiste addirittura un settore indicato del riciclo dei rifiuti che ha al suo interno l’insieme delle operazioni che vengono effettuate sui rifiuti realizzati in plastica per ottenere del materiale valido da reinvestire all’interno dei cicli produttivi. Ma come viene nella pratica riciclata la plastica? tutti i flaconi, le buste, i vestiti, i rivestimenti auto possono essere un valido esempio di come la plastica possa avere nuova vita, possa mutare e essere reintegrata all’interno del ciclo economico.
Il riciclo: come avviene?
Sono diversi i procedimenti per il riciclo della plastica che consentono di avere nuovi prodotti ma, anche calore ed elettricità, dunque energia. Mediante il riciclo meccanico la plastica che viene smaltita viene tritata e trasformata in prodotti nuovi, il processo di termovalorizzazione invece consente di avere un recupero di energia mediante alcuni trattamenti di triturazione, ottenendo dalla plastica dei combustibili alternativi, scelti in seguito per la produzione di energia termoelettrica o all’interno di altri processi industriali. Un processo che sta invece cambiando è quello del riciclo chimico, il quale prevede il ritorno alla materia originaria, mediante la modifica delle plastiche in monomeri della stessa quantità rispetto a quelli base. Tra le plastiche più diffuse mel mercato troviamo il PET, ovvero una resina termoplastica specifica per il contatto alimentare e spesso utilizzata per realizzare le bottiglie dentro cui troviamo l’acqua. Il bello di questa plastica sta nel fatto che può essere riciclata tantissime volte, per ottenere nuovamente la forma di una bottiglia. Il PER all’interno di questo processo si chiama R-PET, ovvero PET riciclato.
Di cosa è fatta la plastica: una questione ambientale
Le materia impiegate per la produzione della plastica in realtà possono anche essere di origine vegetale: cellulosa, carbone, sale e gas naturale. La produzione di questo materiale occupa solamente il 6% del consumo globale di combustibili fossili, per cui questo non rappresenta un danneggiamento nel termini di risorse. Il vero danneggiamento risiede nel mancato smaltimento di plastica: è stato stimato che nel 2025 in acqua ci saranno più oggetti di plastica che pesci, il che renderà il mare un luogo invivibile soprattutto per la fauna marina, che sarà costretta a reinventarsi all’interno del suo stesso ecosistema.
Occuparsi del corretto smaltimento dei rifiuti, costituisce un passo fondamentale per la salvaguardia del nostro pianeta: alla luce di questa esigenza Nova ecologica supporta le attività nella compilazione del mud per i rifiuti a Roma, un modello dichiarativo che consente di monitorare la quantità e la tipologia dei rifiuti annualmente prodotti da un’azienda.