La dieta mediterranea si ispira ai modelli alimentari proposti nei paesi europei del bacino mediterraneo (Italia, Francia meridionale, Grecia e Spagna). Curioso il fatto che questa dieta sia stata leggermente abbandonata nel periodo del boom economico degli anni sessanta e settanta perché ritenuta troppo povera. Storicamente nel 1939, il primo a intuire la connessione tra alimentazione e malattie del ricambio, fu il medico nutrizionista italiano Lorenzo Piroddi. Considerato il padre della dieta mediterranea è anche autore del libro Cucina Mediterranea.
In seguito ad alcune indagini si scoprì che la mortalità per cardiopatia ischemica è molto più bassa presso le popolazioni mediterranee rispetto a Paesi, come la Finlandia, dove la dieta è ricca di grassi saturi. I popoli che vivono nelle nazioni del Mediterraneo consumano quantità elevate di grassi ma hanno minori tassi di malattie cardiovascolari rispetto alla popolazione statunitense. La spiegazione è che la gran quantità di olio d’oliva usata nella cucina mediterranea.
L’olio di oliva sembra infatti abbassare i livelli di colesterolo nel sangue; aecondo lo studio LYON eseguito dall’American Heart Association, la dieta mediterranea diminuisce il tasso di mortalità della malattia coronarica del 50%. Un posto molto importante nella dieta mediterranea è occupato dai cereali. E’ cosa buona e giusta coinvolgere nell’alimentazione, oltre a pane, pasta e riso anche altri cereali come mais, orzo, farro, avena.
I Legumi possiedono poi una discreta presenza di carboidrati a lento assorbimento, ma soprattutto, se comparata con altri cibi vegetali, una corposa presenza di proteine. E’ molto semplice abbinare porzioni di legumi a porzioni di cereali: questi ultimi apportano gli amminoacidi mancanti nei legumi. Ricordiamo che i legumi risultano ricchi di sali minerali, alcune vitamine e fibra alimentare.
Sempre parlando di dieta mediterranea dobbiamo ricordare come sia opportuno consumare quotidianamente 5 porzioni di frutta e verdura in quanto questi alimenti generano un senso di sazietà a dispetto di un ridotto potere calorico. Molti frutti forniscono un importante contributo di vitamina C. Da non sottovalutare anche i vantaggi del consumo quotidiano di frutta secca che contiene una quantità non molto alta di proteine, pochi zuccheri e una cospicua parte di grassi).